mercoledì 11 febbraio 2015

Un'ora sola ti vorrei

Questa settimana “solo” due letture (a parte Harry Potter e l’ordine della Fenice, chiaramente…).
Avendo intrapreso un percorso di lettura “impegnativa” con Filosofia dei beni comuni di Laura Pennacchi (Donzelli) mi sono sentita pronta per colmare una grande lacuna (almeno per me) con L’ordine simbolico della madre di Luisa Muraro

È un testo piuttosto complesso anche perché lo leggo dopo aver letto molti altri libri sul, del, per il pensiero femminista e avendo un’esperienza della pratica femminista che sicuramente è più ampia e interiorizzata rispetto all’elaborazione filosofica e storica. Quindi mi ritrovo a riconoscere nel testo alcuni aspetti della mia vita quotidiana che mai avevo (e avrei) ponderato come fa Muraro e mi ritrovo a confutare alcune elaborazioni che invece non rispecchiano affatto né la mia pratica né la mia convinzione. Ho sinceramente timore a spendere tante parole su questo libro proprio per la rilevanza che ha avuto nell’elaborazione del pensiero femminista. È un libro che consiglio molto e sarebbe bello se si riuscisse a raccogliere questo spunto: “L'ordine simbolico della madre è un libro controverso perché è una scommessa non vinta, ma neppure persa. È una scommessa ancora aperta. È un libro che tenta qualcosa e chiama altre a lavorare su quel tentativo. Però alcuni non l'hanno fatto, non hanno raccolto la scommessa.” [appunti raccolti da Laura Colombo e Sara Gandini durante una lezione di Luisa Muraro tenuta alla Libreria delle donne di Milano]. Questo libro, così come un altro fondamentale per me - e chiaramente non solo per me - Le tre ghinee di Virginia Woolf, mi è stato prestato da “la zia Anna di Palermo”. 
E questo è importante per un altro discorso che in questi giorni cerco di dipanare: la voglia di leggere da dove viene? Può essere indotta? Stimolata? Creata in altri e prima ancora in se stessi? Si è saputo qualche giorno fa che i lettori e le lettrici in Italia sono diminuiti molto nell’ultimo anno, e allora l’Aie ha deciso di lanciare una grossa campagna di promozione della lettura per fronteggiare il pericolo di un’epidemia di non lettori. C’è chi aderisce convintamente, c’è chi protesta, chi ne approfitta per lamentarsi, chi si indigna. E a me viene in mente “la zia Anna di Palermo” esempio affascinante di persona che di sicuro leggeva, ha letto e leggerà moltissimo, che sapeva e sa consigliare sempre il libro adatto. Ecco, “la zia Anna di Palermo”, mi ha spinta a leggere non tanto per emulazione, ma per curiosità: quante emozioni mi posso godere se leggo come lei? Quante cose posso elaborare se leggo come lei? Quanta libertà posso conquistare se leggo come lei? E quindi, per sperimentare, ho proprio preso “l’abitudine di leggere” e non l’ho persa più. Cosa dovremmo fare dunque per tutelare la bellezza della lettura? Forse proprio nient’altro che leggere ancora, incuriosirci e raccontare la nostra passione e la sensazione di libertà che un libro può darci. Ho letto ieri di un manifesto contro l’iniziativa dell’Aie, potete leggerlo anche voi qui, ma ve lo segnalo soprattutto per il divertente aneddoto raccontato alla fine: come fece Paco Ignacio Taibo II a far leggere sua figlia?

Le riflessioni sul rapporto madre-figlia mi fanno sempre venire in mente Un’ora sola ti vorrei di Alina Marazzi, il trailer lo potete vedere qui.

Elisa Calabrò

se avete voglia di leggere il post della scorsa settimana, 
andate qui

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